Il BioAccumulo, che cos’è e come evitarlo

Purtroppo la scarsa conoscenza della qualità alimentare ci espone ad un rischio spesso sottovalutalo, quello del BioAccumulo. La scelta di comprare “cosa mangiare” dettata da un risparmio economico non è mai la migliore proprio perché, in molti casi, ciò che si risparmia (e non si spende in denaro) va a danno della salute.

Gli esseri umani rientrano in un ciclo “particolare”; l’uomo è il contenitore di sostanze che prima erano presenti ed hanno inquinato gli alimenti di cui poi si è nutrito e che egli quindi porta con sé – solo alcuni – fino alla fine della vita; una volta concluso questo ciclo (sebbene so che può sembrare un argomento macabro) anche tali elementi vengono “tumulati”. Basti pensare alle sostanze chimiche dei mangimi per allevare il nostro cibo (es. glifosato, presente nei pesticidi), ai metalli pesanti (mercurio, piombo, cromo e cadmio) dei pesci, agli additivi alimentari delle conserviere, alle plastiche (bisfenolo A, ftalati), ai Fitosanitari dell’agricoltura, senza dimenticarsi dell’apporto giornaliero e costante proveniente dall’ambiente in cui viviamo (es. Diossine, PCB prodotti di sintesi), ai farmaci assunti o agli integratori (a mio avviso non necessari).

In sintesi, considerando quanto elencato, esiste un limite di assunzione, di bioaccumulo? L’unica cosa certa è che superate delle soglie specifiche, associate anche a cattive funzionalità fisiologiche (organi emuntori, reni, tiroide, ecc) personali per ogni singolo individuo, iniziano i problemi di salute. Il loro accumulo nell’organismo può causare problemi nervosi, malattie immunitarie, sterilità e tumori.

L’ADI (Acceptable Daily Intake) o DGA (dose giornaliera ammissibile) stabilisce la quantità di una determinata sostanza che una persona può assumere ogni giorno, per tutta la vita, senza conseguenze per la salute. Tale quantità viene espressa in milligrammi di prodotto per Kg di peso corporeo. Gli adulti, com’è intuibile, tollerano determinate sostanza meglio dei bambini.

La tossicità di una sostanza dipende dalla sua dose di somministrazione, tuttavia questa “dose” accumulandosi con le altre supera in poco tempo i limiti teorici calcolati.

l Regolamenti UE 1129/2011, 1130, etc. descrivono l’elenco degli Additivi Alimentari e le loro singole dosi. Nulla vieta ad esempio che possiamo mangiare un panino col salame: salame di suino [carne di suino (origine Italia), lardo di suino (origine Italia), sale, pepe, destrosio, zucchero, antiossidante: ascorbato di sodio (E301), conservanti: nitrato di potassio (E252), nitrito di sodio (E250), budello naturale] + Pane integrale [farina di GRANO 00, farina di GRANO integrale, lievito di birra, acqua, sale]. Poi ci sono i coadiuvanti tecnologici della farina come l’acido ascorbico (E300), biossido di silicio e silicati (E551-E559), L-cisteina (E920), il glifosato della carne (può esserci ma non sempre), e non andrebbe meglio se aggiungessi un pomodoro che durante la crescita in serra è stato sottoposto a svariati trattamenti da fitosanitari. Alla fine, però, nel mio panino avrò un certo numero di sostanze che, sommate, quasi sicuramente superano il mio limite soglia, e che potrebbero far nascere problematiche sul mio fisico, senza considerare poi la parte che ho già bioaccumulato dentro di me.

Buona parte degli additivi regolamentati sono innocui per l’organismo; tuttavia ne esistono di nocivi e pertanto potenzialmente pericolosi per la salute. Alcuni, infatti, potrebbero incrementare il rischio di insorgenza di tumori, mentre altri sarebbero responsabili dell’incremento delle intolleranze alimentari, queste ultime incentivate anche dall’esposizione da parte dell’uomo a nuovi alimenti. Per questo motivo la legge vieta espressamente l’utilizzo di additivi in alcuni prodotti alimentari di qualità, quali il latte pastorizzato fresco, l’olio extravergine di oliva, il miele, lo yogurt al naturale e le paste alimentari secche.

Le industrie alimentari e quelle artigianali hanno l’obbligo di indicare sull’etichetta dei prodotti tutti gli additivi utilizzati: è dunque possibile confrontare gli ingredienti di ciò che si acquista con opportune tabelle che elencano le sostanze innocue e quelle nocive/sospette (non quelle il cui utilizzo è vietato a norma di legge.) Tabelle di questo tipo possono essere facilmente reperite online. Scegliere la qualità alimentare, la stagionalità, i processi alimentari meno inquinanti, evitare assunzioni di elementi inutili, diminuisce la “quota bioaccumulata” aiuta a mantenere il proprio corpo in salute conservando uno stato di benessere a lungo termine.

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