Dietoterapia, unica arma contro la colite

Le persone soffrono di disturbi intestinali più frequentemente di quel che si pensa.

Le manifestazioni poi sono molto diverse tra loro, a volte capaci di influenzare davvero negativamente la dimensione sociale delle giornate arrivando al punto di dover scegliere dei “posti” in base alla disponibilità di un bagno adeguato alle esigenze.

Peggio ancora quando si è costretti a rinunciare a degli appuntamenti di lavoro o piacere a causa di flatulenze, coliche, dolori al basso ventre e alternanza di scariche diarroiche con brevi periodi di stitichezza.

Per alcuni di voi si tratta di manifestazioni già note che, in alcuni casi, vanno avanti da anni.

Episodi che diventano la “normalità”, spesso legati a periodi di stress o fasi emotive impegnative e che “si mostrano” con questi eccessi: colite, colon irritabile, enterocolite, meteorismo gastrointestinale, colite ulcerosa, SIBO o i più devastanti morbo di Crohn, neoplasia del colon retto, virus e parassiti…

Il colon, lungo circa un metro e mezzo, collega l’intestino tenue al retto e all’ano. La sua funzione principale è quella di assorbire l’acqua, le sostanze nutritive e i sali minerali dal cibo parzialmente digerito proveniente dall’intestino tenue.

La dietoterapia spesso è l’unica via possibile per migliorare o guarire da queste manifestazioni continue.

Infatti è quasi intuitivo che alcuni cibi sono proprio “dannosi” per il nostro intestino, determinando la loro continua eliminazione che via via porta a una scarsa variabilità alimentare.

Come procedere allora?

In un primo periodo, bisogna eliminare (o diminuire) gli alimenti ricchi di fibra insolubile in base alle comorbilità, affinché non s’inneschino processi di fermentazione a livello intestinale.

Banditi quindi i carciofi e i legumi specialmente nei momenti acuti. Saltano anche tutte quelle fantomatiche diete basate su cibi integrali, le diete fredde, le diete latto-vegetariane, le keto.

Il percorso che affronto con i miei pazienti va verso la classica e salutistica dieta mediterranea.

Vanno evitati anche gli aromi secchi come il pepe, l’origano e i cibi freddi.

Questo approccio va accompagnato da buone abitudini come quella di bere tanta acqua e limitare il consumo di alimenti conservati (sott’olio, insaccati) o contenenti eccessivi conservanti (leggete sempre le etichette).

Non ho finito (purtroppo): addio anche a tutti gli alimenti fuori stagione, ai latticini e, a seconda dei casi, anche al pomodoro, alle pere e così via.

Voglio sottolineare che le manifestazioni intestinali possono essere anche causa di altre patologie o di intolleranze passeggere. Per questo è fondamentale non seguire diete a caso e affidarsi ai professionisti del settore che sapranno adottare le adeguate scelte alimentari che daranno sollievo al vostro intestino.

Ma attenzione: non sempre è sufficiente eliminare alcuni cibi. Bisogna scegliere e adottare le giuste combinazioni alimentari, come la Fodmap ad esempio, perché l’intestino ha i suoi tempi e i suoi modi.

 

I miei consigli per un primo immediato sollievo

Evitate i pasti abbondanti: frazionando i pasti il più possibile, si minimizza l’impegno digestivo.

Vietate le sostanze nervine – tutte – come cacao, caffè, il tè in particolare nelle fasi acute delle manifestazioni.

Evitate costosi test delle intolleranze: in questi casi non sono efficaci. Basteranno un breath test per il lattosio e una ricerca ematica del TGA per il glutine, giusto per essere sicuri e procedere per eliminazione.

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